giovedì 3 dicembre 2015

Recensione La conchiglia blu di Elisabetta Raviola

Oggi vogliamo parlarvi di un libro edito Libro Aperto InternationalPublishing... ve lo confessiamo: abbiamo scelto di leggere questo libro, inizialmente, solo per la copertina! 
Lo sappiamo... lo sappiamo che non si deve mai giudicare un libro dal copertina ma siamo state rapite dalla scelta artistica e non abbiamo resistito: dovevamo leggere  La conchiglia blu di Elisabetta Raviola! Anche voi sarete rapiti da questa copertina che raffigura quasi uno schizzo artistico, anzi secondi noi è un vero e proprio dipinto tanto semplice quanto di impatto e così vero che quei occhi verdi di donna immersi in uno sfondo blu senza confini, rappresenta quasi una speranza dispersa nell'infinito. 
Ci ha trasmesso subito fiducia, possibilità e forse anche una sorta di miraggio con quello sguardo non diretto rivolto altrove, alla ricerca di un qualcosa di indefinito...



Titolo: La conchiglia blu

Autrice: Elisabetta Raviola

Casa Editrice: Libro Aperto International Publishing
Data di pubblicazione: 2015

Genere:




Trama: Due anime differenti destinate ad incontrarsi. Un uomo e una donna con un passato di dolore e inganni e un presente di solitudine, dubbi e fragilità. Lui, artista dalla vita piena di avventure e appuntamenti mondani; lei professoressa di latino che ha fatto dell'insegnamento la propria vocazione di vita. Due esistenze parallele che sembrano non potersi  incontrare mai. Eppure i due protagonisti, inconsapevoli di essere così vicini l'uno all'altra, si rincorrono pagina dopo pagina alla ricerca della luce, di quella luce che possa dar senso e pienezza alla loro esistenza. Riuscirà il soffio del destino a non rendere effimero il loro incontro?

"La luce era diventata il nostro dolce tormento, non potevamo non pensarci nella notte"



ATTENZIONE SPOILER!!!


La copertina del libro così suggestiva e con un netto richiamo ad un'opera d'arte non è del tutto fuori luogo, anzi rappresenta appieno lo spirito del libro in quanto uno dei protagonisti, Pierluca è un eccentrico artista tanto singolare quanto al tempo stesso desolato e sconfortato nei confronti della vita e dell'amore. Il suo animo eccentrico rispecchia la sua natura bizzarra, di uomo mondano, sempre al centro dell'attenzione ma che tiene distante da sé tutto e tutti. 
Leggendo di Pierluca avvertiamo una perenne insofferenza nei confronti di ogni avvenimento, come se la vita stessa fosse una smania e sconforto continuo nei riguardi di un qualcosa di imprecisato che si attende ma che non si sa neanche cosa o chi rappresenti. Pierluca ha un animo sensibile ma irrequieto... sempre alla ricerca di quelle certezze che gli sono venute meno alla morte del padre avvenuta quando aveva appena dieci anni: "aveva bisogno di certezze, senza certezze non c'era libertà vera." Pierluca dopo anni di rifiuto e negazione capisce che solo l'amore può aiuterarlo a trovare quello che cerca disperatamente ma non riesce mai a lasciarsi andare e cade in una stato perenne di apatia dal quale si riscuote solo grazie alla pittura.

La controparte è rappresentata dall'altra protagonista del libro: Irene. Un insegnante di latino, del tutto dedica al  suo lavoro e di certo niente affatto bizzarra, eccentrica o stravagante quanto Pierluca. Sono del tutto opposti se non fosse per una reciproca fragilità emotiva. Irene è estremamente timida, solitaria e cosi insicura da non avere amici. La sua unica certezza è il suo nuovo contratto di insegnante di ruolo a tempo indeterminato. 
"Che sapeva Irene della vita? Quel poco che aveva vissuto era stato alcune volte tremendamente doloroso." 
Niente sembra accomunarli se non questo senso di inadeguatezza misto a paura e sofferenza. 

I due non si conoscono, la narrazione avviene a capitoli alterni dove ci viene presentata la vita di entrambi, una vita che sembra correre sugli stessi binari in quanto sembrano rincorrersi senza essersi mai incontrati.

Abbiamo avuto una stretta al cuore nel loro primo incontro "ufficiale" - durante la narrazione si incontrano di sfuggiata svariate volte ma mai per più di pochi secondi! -. Da amanti spudorate dei libri quali siamo, quando abbiamo letto che si incontrano in una libreria abbiamo avuto un sussulto!!!
"... vide due mani affusolate e pallide sfogliare un libro e portarlo al viso: una donna odora va le pagine di un romanzo.... Si avvicinò alla donna con l'istintivo desiderio di intrecciare quelle dita. Cercò una frase da pronunciare per poter scacciare quello sconveniente desiderio. - Cosa legge, signorina? -"
Questo libro è così spiazzante, al tempo stesso disarmante in quanto con semplice chiarezza vengono descritte due vite del tutto differenti ma che hanno in comune la voglia di rinascere, di tornare a credere in tutto
In primis tornare a credere nei sentimenti, nelle persone, ritrovare la fiducia in se stessi e negli altri senza chiudersi al mondo. Non neghiamo che molte volte abbiamo avuto una cerca voglia di ritrovare la spensieratezza smarrita - forse mai avuta - dei due protagonisti, feriti dalla vita, dalle incomprensioni, dalle parole mai dette o troppo a lungo taciute.

Continuavamo a leggere nella speranza che uscissero dal loro comportamento quasi catatonico o comunque rassegnato. Il richiamo al così tanto spesso osannato "male di viviere" è doveroso! Avremmo preferito un po' più di "leggerezza" nonostante sia un libro molto piacevole che si lascia leggere tutto di un fiato perché più ci si immerge nella lettura, più si rimane affascinati nel cercare di immaginare come potranno mai interagire due personaggi del tutto opposti tra loro. 
Ci troviamo davanti alla rappresentazione di un'amore nato quasi per caso, non voluto, né tanto meno cercato e forse neanche desiderato ma doveroso perché ha il gravoso compito di riportare in vita due anime disilluse che avevano rifiutato da tempo ogni tipo coinvolgimento.

Un appuntamento con il Destino... Quelle tra PierLuca e Irene erano solo strane e piccole coincidenze o forse erano solo troppo timidi, feriti per mostrarsi e incontrarsi fin da subito?!
Adorabile uno degli ultimi capitoli dove ad ogni frase si alterna la narrazione dal punto di vista di entrambi: "Tremavi, Irene, avevo paura di abbracciarti e infrangere l'incanto con le mie dita incaute, non sapevo se fosse per l'emozione, temevo non mi desiderassi. Avevo paura, Luca. ... C'erano parole da pronunciare tra noi? C'era un amore? O era solo il desiderio acuito della lunga attesa?"

Ps il finale?! Possibile finisca così il libro?! Siamo rimaste totalmente a bocca aperta...



 1/2


Amiche per i Libri

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